Bambini interpreti: un fenomeno da fermare

Succede spesso, negli ospedali e negli uffici pubblici italiani, di vedere bambini e adolescenti che aiutano i genitori stranieri a farsi capire. A prima vista può sembrare un gesto naturale, persino tenero, ma in realtà si tratta di una pratica scorretta e potenzialmente dannosa: il “bambino interprete” è una forma nascosta di lavoro minorile.

Affidare a un minore il compito di mediare comunicazioni complesse significa esporlo a un linguaggio tecnico e a situazioni che non appartengono al suo mondo. Termini come chemioterapia, emorragia, tassazione, frode fiscale, diagnosi sono lontani dall’universo dell’infanzia e possono lasciare segni profondi sulla psiche di un bambino. Immaginiamo lo spavento di un figlio che, traducendo per un medico, scopre all’improvviso una grave malattia del genitore, oppure che deve spiegare la condizione economica della famiglia, intuendo nello stesso momento che i suoi piccoli sogni – un corso sportivo o un gioco – potrebbero svanire.

Un problema legale e sociale: il lavoro minorile nascosto

L’utilizzo dei minori come interpreti viola i principi fondamentali sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (art. 32: protezione dallo sfruttamento lavorativo). Inoltre, rischia di compromettere la correttezza della comunicazione medico-legale o amministrativa, con conseguenze gravi per la famiglia stessa.

Perché servono mediatori linguistici e culturali professionali

La causa principale di questo fenomeno è la mancanza di mediatori linguistici e culturali adeguati nei servizi pubblici. È compito delle istituzioni garantire la presenza di figure qualificate, in grado di facilitare il dialogo senza gravare sui più piccoli. Fermare il lavoro infantile significa anche riconoscere che la mediazione è una professione e non può essere improvvisata.

L’impegno di Altior Advisor per la traduzione professionale

Altior Advisor si impegna a diffondere consapevolezza su queste tematiche e a promuovere servizi di traduzione e mediazione linguistica professionali, riservati e accurati, per tutelare le famiglie e assicurare comunicazioni chiare con enti pubblici, ospedali e istituzioni. Crediamo che ogni bambino debba rimanere libero di vivere la propria età, senza essere esposto a responsabilità e linguaggi che appartengono al mondo degli adulti.

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